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Amazon testa il tracciamento nativo dei prezzi: come funziona e come prepararsi

Amazon sta sperimentando una funzionalità che potrebbe innovare il modo in cui gli acquirenti valutano le offerte sulla piattaforma. Parliamo di un sistema nativo di tracciamento dello storico dei prezzi, integrato direttamente nell’app mobile. Permette ai consumatori di verificare in tempo reale se uno sconto è autentico oppure solo una manovra di marketing.

La funzionalità è stata individuata da alcuni utenti come un pulsante Price History posizionato sotto il prezzo di listino nella pagina del prodotto. Fino ad oggi, questa tipologia di servizio era disponibile solo mediante strumenti esterni, ma ora sembra che Amazon voglia introdurre questa funzionalità in modo, appunto, nativo. Se così fosse, sarebbe un bel cambio evidente nella relazione tra venditore e acquirente. E, probabilmente, anche un passo in avanti verso la direzione di una maggiore responsabilità e autenticità nelle pratiche di pricing.

Perché Amazon vuole introdurre questa funzione

L’implementazione di questo strumento risponde a diverse esigenze per il colosso dell’e-commerce. In primo luogo, Amazon vuole rafforzare la fiducia dei consumatori durante gli eventi promozionali ad alto traffico come Prime Day o le offerte lampo. È in questi frangenti, infatti, che la percezione di autenticità del risparmio gioca un ruolo centrale nelle decisioni d’acquisto.

Esiste inoltre una crescente pressione normativa a livello globale contro le pratiche di sconto artificiale. Fornire dati trasparenti sui prezzi aiuta l’azienda a rimanere conforme agli standard che regolamentano la pubblicità ingannevole. La mossa è dunque un chiaro messaggio ai venditori. L’algoritmo di Amazon è in grado di premiare le offerte che dimostrano una reale e non artificiosa riduzione di prezzo rispetto allo storico del prodotto.

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L’esperienza maturata con Rufus AI

Ricordiamo che il pulsante Price History non è il primo tentativo di Amazon di offrire maggiore trasparenza sui prezzi. La compagnia aveva già integrato una funzionalità simile nel suo assistente AI Rufus. Gli utenti potevano interrogare il chatbot per ottenere un grafico che mostrava le fluttuazioni di prezzo degli ultimi trenta giorni. Dunque, potevano sapere se il costo attuale rappresentasse il punto più basso del periodo, o meno.

L’integrazione in Rufus aveva già dimostrato l’intenzione di Amazon di muoversi verso una maggiore chiarezza nelle informazioni fornite ai clienti. L’obiettivo era quello di migliorare i tassi di conversione attraverso la verifica dell’autenticità delle offerte. E, dunque, permettere agli acquirenti di prendere decisioni più informate e consapevoli.

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Quale sarà l’impatto sui seller

Una simile novità sembra essere funzionale a un bel problema che Amazon sta cercando di affrontare. Ricerche condotte da organizzazioni di tutela dei consumatori hanno infatti dimostrato che il 61% dei prodotti su Amazon ha utilizzato prezzi di riferimento gonfiati per creare una falsa percezione di risparmio. Uno studio specifico sul settore degli aspirapolvere ha individuato che oltre un quarto delle inserzioni fingeva di offrire sconti. Mentre, in realtà, aumentava i prezzi di una media del 23%. Con gli strumenti AI di Amazon e il nuovo sistema di tracciamento, le tattiche di manipolazione dei prezzi dovrebbero divenire immediatamente visibili agli acquirenti.

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Ma quali sono le conseguenze per i seller?

Prima di tutto, i venditori che violano le politiche di pricing potrebbero subire gravi conseguenze. Per esempio, potrebbero andare incontro alla rimozione dell’accesso alla Buy Box. O, addirittura, alla sospensione dell’account nei casi più gravi o ripetuti.

Altri riflessi indiretti arriveranno proprio sulla Buy Box di Amazon. Come noto, la sua conquista è un fattore determinante per il successo dei seller. Dalla Buy Box si generano infatti l’80% di tutte le vendite sulla piattaforma. Il prezzo rimane l’elemento più influente in questa competizione. Tuttavia, la nuova trasparenza aggiungerà un livello di complessità ulteriore.

Di fatto, documenti emersi dalla causa della FTC contro Amazon hanno rivelato l’esistenza di un algoritmo anti-sconto che può escludere i venditori dalla Buy Box se rileva prezzi più bassi su altre piattaforme. Il sistema costringe di fatto i venditori terzi a mantenere la parità di prezzo su tutti i canali di vendita. Con l’aggiunta del tracciamento nativo, ai clienti sarà dunque concesso un doppio livello di verifica dei prezzi. Si aumenterà ulteriormente la pressione sui venditori affinché mantengano una politica di prezzo coerente e competitiva.

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Tra costi crescenti e necessità di trasparenza

A margine di ciò, possiamo certamente affermare che i venditori Amazon si trovano ad affrontare una pressione crescente sui margini di profitto. Oltre il 65% dei seller ha dovuto aumentare i prezzi nel corso del 2024, al fine di compensare l’incremento delle tariffe FBA e dei costi operativi. Si è così generato un elemento difficile da gestire. Mentre i seller devono alzare i prezzi per rimanere profittevoli, gli algoritmi di Amazon e i nuovi strumenti di trasparenza impongono un tetto a questi aumenti.

La Fair Pricing Policy di Amazon lavora infatti attivamente contro i rialzi improvvisi. Si permette così alla piattaforma di sopprimere le inserzioni o rimuovere la Buy Box dalle offerte che appaiono significativamente più alte rispetto ai prezzi recenti o alle tariffe di mercato.

Anche per questo motivo, i software di repricing dinamico sono diventati essenziali, con un incremento del 18% nell’adozione di queste tecnologie da parte di brand e private label rispetto all’anno precedente.

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I tool di terze parti saranno ancora indispensabili

Attenzione inoltre a non cedere alle facili tentazioni. Ovvero, illudersi che la funzionalità di Amazon manderà in pensione gli strumenti di analisi di terze parti. In realtà, quello che succederà è la trasformazione della proposta di valore verso analytics più sofisticate.

Se infatti è vero che gli acquirenti possono ora visualizzare uno storico base di trenta giorni, i venditori professionali necessitano ancora di dati più avanzati per rimanere competitivi.

In altri termini, gli strumenti esterni possono fornire informazioni ancora più profonde e strutturate come

  • dati storici estesi oltre i trenta giorni per analisi di trend a lungo termine
  • monitoraggio dei competitor attraverso più seller e prodotti
  • correlazione con il ranking di vendita per comprendere come il prezzo influenza la velocità delle vendite
  • accesso API per alimentare software di repricing automatizzato.

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In che modo i seller possono adattarsi al nuovo scenario

Il passaggio verso una maggiore trasparenza di cui abbiamo parlato oggi richiede che i venditori si concentrino sulla credibilità del prezzo piuttosto che su sconti artificiali. Che, come noto, vengono puniti dagli algoritmi sempre più sofisticati di Amazon.

Numerose ricerche dimostrano inoltre che la trasparenza sui prezzi costruisce una fiducia significativa nei clienti. Elemento che risulta essere maggiore quando un prezzo è accompagnato da una giustificazione ragionevole.

Ai venditori è ora richiesto di spostare la loro strategia dal conquistare il clic con un prezzo sbarrato al giustificare il valore del prezzo richiesto. Dovranno dunque mantenere una coerenza di prezzo attraverso tutti i canali di vendita per evitare gli algoritmi di soppressione della Buy Box. Invece di affidarsi a sconti fasulli, è necessario giustificare i prezzi premium evidenziando

  • caratteristiche superiori del prodotto
  • un eccellente servizio clienti
  • l’affidabilità della logistica FBA.

L’utilizzo di dati storici diventa fondamentale per identificare schemi stagionali ottimali, permettendo aggiustamenti di prezzo logici piuttosto che reazioni impulsive alla concorrenza. Il monitoraggio del posizionamento dei competitor rimane essenziale, ma l’obiettivo deve essere l’allineamento strategico anziché l’ingresso in guerre di prezzo che avrebbero effetti distruttivi nel medio termine.

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