Che Amazon abbia da tempo avviato una campagna aggressiva contro i venditori non autorizzati non è una novità. Così come, in fondo, non è nuova la tendenza a implementare controlli sempre più severi sui brand, disattivando le inserzioni senza preavviso qualora ne ravvisi la necessità.
Una strategia che risponde alle crescenti preoccupazioni sui venditori di terze parti, come quelle espresse non troppo tempo fa da Nintendo (ne parlammo qui), che ha ritirato i suoi prodotti dalla piattaforma dopo aver scoperto che i venditori importavano scorte scontate dal sud-est asiatico per venderle sotto valore di mercato negli Stati Uniti.
Ebbene, Amazon sembra aver ulteriormente inasprito i suoi controlli, con un giro di vite che segna un deciso cambio di passo. Se infatti prima Amazon sembrava più che altro impegnata a massimizzare l’offerta di prodotti in favore dei suoi clienti finali, oggi sembra essere intenzionata a correre ai ripari per proteggere al meglio l’integrità del brand.
Tant’è che le nuove restrizioni apportate non risparmiano nemmeno i venditori di lunga data e precedentemente approvati, con un’evoluzione che ha avuto come effetto immediato quello di creare tensioni nella community dei venditori, molti dei quali si trovano improvvisamente esclusi da categorie merceologiche che presidiavano da anni.
Il caso LEGO
Un interessante spunto è in tal senso costituito dalla disattivazione massiva delle inserzioni LEGO. I prodotti del celebre marchio danese negli USA sono stati rimossi simultaneamente per tutti i venditori che avevano offerte attive. E non è stata poca la confusione creata nella community di Seller Central. Amazon ha giustificato l’azione citando violazioni della politica sulla creazione di ASIN e spiegando che la piattaforma ora limita la creazione di nuovi codici prodotto per i marchi iscritti al Brand Registry.
La decisione ha colpito particolarmente i venditori specializzati in prodotti fuori produzione, popolari nel mercato dell’usato. Anche chi aveva ottenuto la precedente approvazione per vendere LEGO, ha perso improvvisamente i privilegi di inserzione.
>>> Puoi anche leggere la nostra Guida pratica al registro corrispettivi su Amazon. <<<
Le nuove regole del Brand Registry
Tra le azioni introdotte dal marketplace, ricordiamo che Amazon ha rafforzato significativamente le restrizioni legate al Brand Registry. Richiede infatti ora una connessione verificata al marchio per poter vendere determinati prodotti. L’approvazione, inoltre, non più permanente. La piattaforma si riserva quindi il diritto di revocare l’accesso alla vendita in qualsiasi momento. La policy rafforzata si applica in particolare ai prodotti che il marchio non offre più attivamente, creando così barriere significative per i venditori di prodotti discontinued.
Di fatto, i venditori che non sono direttamente collegati al proprietario del marchio mediante il registro non possono più creare o rimettere in vendita prodotti fuori produzione. Si registra così un netto distacco dalla precedente politica, in cui l’approvazione storica garantiva accesso continuo all’inventario di marca.
Come era intuibile, una simile decisione sta spingendo molti venditori a rivalutare le proprie strategie di approvvigionamento. E non sono pochi coloro che hanno cercato supporto qualificato da agenzie specializzate. L’obiettivo è, evidentemente, confrontarsi in modo più efficace con le norme del Brand Registry.
>> Leggi anche il nostro articolo Poli produttivi europei: quali sono i migliori per il tuo approvvigionamento? <<<
L’impatto delle frodi
È altresì evidente come questo irrigidimento sia anche frutto delle crescenti frodi (tentate e riuscite) nell’e-commerce. Come conseguenza, Amazon sta cercando di applicare politiche sempre più restrittive verso i venditori non autorizzati.
Le tipologie di frode che maggiormente preoccupano riguardano:
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attacchi di accesso remoto (in aumento dell’8% durante i picchi di vendita)
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frodi sui test delle carte che colpiscono transazioni digitali di basso valore
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abuso dei programmi fedeltà che rendono alcuni account fino a sette volte più vulnerabili.
Gli account falsi, spesso creati da reti organizzate di truffatori, pesano ancora oggi per il 90% dei casi di abuso.
>>> Leggi anche la nostra guida Gestione inventario Amazon: guida all’ottimizzazione del magazzino <<<
Come adattarsi alle nuove politiche di Amazon
Per affrontare i crescenti rischi di frode, Amazon sta implementando delle valutazioni del rischio dinamiche che coprono tutte le aree operative, dalla fase di checkout alla supply chain.
In questo contesto, il marketplace sta spingendo sull’uso di strumenti di rilevamento delle frodi basati sull’intelligenza artificiale. I suoi nuovi tool consentono infatti il monitoraggio in tempo reale di quanto accade e l’adozione di una risposta rapida alle attività sospette.
Alla luce di ciò, ai venditori che vogliono continuare a operare sulla piattaforma è richiesto di adattarsi attivamente a questo nuovo contesto
- investendo nella cura delle relazioni dirette con i brand
- acquisendo sempre la documentazione completa della catena di fornitura.
Appare chiaro, infatti, come la nuova realtà operativa richieda una maggiore trasparenza e conformità. E come, dunque, Amazon stia inducendo a una maggiore professionalizzazione del settore che potrebbe
- eliminare operatori occasionali o poco strutturati
- garantire maggiore affidabilità per consumatori e brand partner.
Vedremo se sarà effettivamente questo il futuro della piattaforma.
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